Giovanni Zito: “Scompenso cardiaco, occorre un doppio approccio: medico e sociale”


Giovanni Zito  – Presidente Arca Associazioni regionali cardiologi ambulatoriali

Uno degli argomenti più importanti che interessa tutta la fase di gestione dei pazienti cronici, che il professor Ciro Mauro ha voluto inserire in questo importante congresso, è lo scompenso cardiaco. 

Si tratta di una situazione che coinvolge molti attori: il medico di medicina generale, lo specialista ambulatoriale, il medico ospedaliero, il professionista delle strutture di alta specializzazione. È la patologia per la quale si muore di più, per cui vi è più invalidità, nonché riduzione delle giornate lavorative.

Una gestione ottimale riguarda non solo l’ambito medico, che punta a migliorare la qualità di vita, ma anche il sociale, per via delle giornate lavorative e dei familiari, ad esempio, assoggettati nell’accompagnare il malato in un percorso a volte molto tortuoso. 

Ottimizzare la gestione comporta grandi benefici e non servono norme scritte: è necessario giungere ad una diversa impostazione culturale. Tutte le figure coinvolte devono agire come un tutt’uno.

A mio parere oggi è stata posta una prima pietra: la discussione verrà approfondita ed ampliata e portata nelle sedi competenti anche dalle società scientifiche. Società che si devono fare carico del meccanismo arzigogolato che affligge il paziente con scompenso e renderlo snello e fruibile. Ogni medico al mattino, quando si reca al lavoro, ha un solo obiettivo: far stare bene il paziente. Farlo in gruppo aiuterà tantissimo.

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